Abbiamo intervistato Toto Vivinetto Direttore Artistico di OT Entertainment divisione Eventi, azienda leader in Italia di servizi per il turismo e l’intrattenimento. Con lui abbiamo affrontato il tema oggi più che mai scottante della crisi del settore con l’avvento della Pandemia. Crisi che, sabato 10 Ottobre ha riunito in Piazza Duomo a Milano, oltre 1300 addetti ai lavori che in una manifestazione pacifica e simbolica hanno portato i loro 500 bauli neri per far sentire alta la loro voce al Governo e alle Istituzioni, che non hanno ancora compreso l’importanza degli eventi per lo sviluppo economico del Paese e dai quali ci si aspettano risposte concrete, in breve tempo.
Lo spettacolo, l’intrattenimento e gli eventi oltre a sviluppare un giro d’affari di 65 miliardi di euro, che coinvolge oltre 650 mila addetti, sono un settore che permetterebbe all’Italia una ripresa “in leggerezza”, aiutando a superare questo momento difficile che si protrae ormai da oltre 6 mesi.
Cosa ha significato per la vostra attività di intrattenimento la pandemia?
La Pandemia è stata una fermata obbligatoria, un arresto improvviso. Costretti a fermarci tutti, a guardarci negli occhi, cercando una via d’uscita, una risalita.
Noi comunque non ci siamo mai fermati, alcuni settori del gruppo erano attivi, il turismo seppur piegato dalla crisi, sarebbe in qualche modo ri-partito, bisognava rimodulare i progetti, tutti.
Come avete reagito a questa emergenza?
La pandemia ci ha spinto ad un immediato cambiamento, a pochi mesi dal lock down, si sono aperte le speranze che il riavvio delle stagioni, l’intrattenimento per i resort, i villaggi, i parchi tematici, avrebbe ripreso i processi produttivi.
Seguendo le norme dei decreti per l’emergenza, abbiamo rimodulato tutte le attività: contemporaneità degli eventi in corso e digitalizzazione delle prenotazioni sono stati strumenti entrati prepotentemente e utilizzati per non creare assembramenti e suddividere così il numero degli ospiti presenti ad ogni attività, sportiva o di spettacolo e intrattenimento.
Avete adottato nuovi modi o strumenti di lavoro?
Abbiamo solo premuto l’acceleratore su alcuni aspetti. Le faccio un esempio: prima del Covid, pochi dei nostri ragazzi sapevano costruire una app. partendo da zero; durante i mesi di lock down, abbiamo esplorato la rete e, oggi, sappiamo che costruire una app., creare un vero servizio di biglietteria on-line, e mille altre funzioni digitali, sono alla portata di tutti.
Quale tipologia di clienti potrebbero tornare agli eventi?
Con grande ottimismo, stiamo lavorando, immaginando che tutto finisca, ci prepariamo alla totale ripartenza. Tutto, si spera, ricomincerà con grandi numeri e con la voglia di fare e organizzare eventi dal vivo, con migliaia di persone, pieni di emozioni e carichi di energia che solo il contatto e l’unione di più persone è in grado di regalare.
Che previsioni avete fatto per il 2021?
Sicuramente i nostri vertici avranno riprogrammato il business, non conosco le previsioni economiche. La squadra che coordino si occupa di sogni, di creatività, di musica, di spettacolo, non c’è mai fine alle idee, ogni volta è un viaggio nuovo, una nuova nascita. Incrociamo le dita perché riparta quanto prima il turismo mondiale, che riaprano i teatri, e che gli eventi possano tornare personalizzati, empatici ed autentici.
Nell’attesa, stiamo sognando in grande, abbiamo un progetto in cantiere, uno show unico, di portata internazionale. Sfrutteremo al meglio questi mesi di implosione per prepararci.