Vederli sfrecciare nei cieli delle nostre città è certamente un grande momento di gioia mista ad orgoglio.
Una squadra composta da uomini, militari dell’Aeronautica Militare Italiana, che con tanto sacrificio e perseveranza, tutti i giorni, si allenano fisicamente e in inverno intensificano i voli di addestramento, affinché il loro spettacolo, nei mesi più caldi, sia perfetto e tutte le azioni sincronizzate al secondo. Sì, perché basta un disallineamento, che qualcosa può andare storto. Pensate che quando sono in formazione, lassù nei cieli, la distanza, in alcune “figure”, tra un aereo e l’altro, è di circa due metri!
Dicevamo del loro allenamento fisico e a quanta fatica giornaliera si sottopongono: fondamentale per loro la prestanza e resistenza fisica, sono il nuoto, la corsa e il ciclismo, sport basici, ai quali ognuno di loro aggiunge uno sport preferito o una passione, e poi tante e tante ore di volo. Provare e riprovare, sempre con la massima precisione e attenzione. Ma la squadra, ci tengono a precisare i piloti, non è formata solo da coloro che vediamo esibirsi, ma anche da un team di militari che a terra lavora alacremente perché tutto sia perfetto.
Uno sguardo al passato
È l’8 giugno del 1930 quando nella base di Campoformido, un gruppo di piloti, addestrati per il volo acrobatico, chiamato “Squadriglia Folle”, si esibisce nei cieli romani per una manifestazione nella “Giornata dell’Ala con una formazione di 5 aerei CR20 che per ben tre volte riempiono il cielo con delle figure geometriche. Con il passare degli anni, in molte basi militari italiane, altri piloti si addestravano per il volo acrobatico e dalle tante formazioni: vanno ricordate la 4° Aerobrigata, chiamata Cavallino Rampante, che il 2 giugno del 1952 si esibì a Roma per il Raduno Internazionale dell’Aviazione e la squadra del 1960 “Getti Tonanti” che sugli F84, per celebrare le Olimpiadi di Roma, disegnò nei cieli della capitale i cerchi olimpici.
Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, visto l’enorme successo delle manifestazioni e la bravura di molti piloti, disseminati nelle varie basi, decise di creare un unico gruppo permanente dedicato al volo acrobatico. Nasce così il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico con sede, ancora oggi, nell’aeroporto militare “Mario Visentini” di Rivolto, situato nella bassa pianura friulana, tra Pordenone e Udine. Oggi, l’altissimo livello espresso dalle Frecce Tricolori, racchiude in sé il glorioso passato, l’audacia dei suoi piloti e l’orgoglio di tenere alto l’onore e il prestigio del Tricolore.
Il termine “Frecce Tricolori” identifica in tutto il mondo la Pattuglia Acrobatica Nazionale, che con le sue spettacolari esibizioni, in vari stati del planisfero, esprime le capacità, la tecnologia e la professionalità dell’industria nazionale e del Sistema Paese.
Da Oltre 60 anni
Dal 1961, le Frecce hanno cambiato più volte velivoli, formazione e manovre/figure acrobatiche, mantenendo inalterate le incredibili doti di volo. Cerchiamo di approfondire le loro performance e di scoprire un po’ di numeri.
Cominciamo con il dire che il programma di volo si aggira sui 23/30 minuti circa e si compone, nella programmazione completa, di 18 figure acrobatiche, che possono cambiare a seconda delle condizioni meteorologiche in corso. Una pattuglia composta da dieci aerei, di cui nove in formazione, più il solista; con questi numeri sono la Pattuglia Acrobatica più numerosa al mondo.
Il 313° Gruppo è un reparto formato da circa 100 militari tra ufficiali, sottufficiali, graduati e vede tra loro la presenza di specialisti tecnici, della logistica e addetti alla manutenzione dei velivoli. Ma non tutti sanno che il momento del volo più difficile è quello dei 15-20 minuti precedenti all’apparizione, quando in cielo si radunano i 10 aeromobili che devono attendere in aria, fuori dalla visuale dove si svolge la manifestazione, per comparire al momento giusto. Se partecipano ad eventi istituzionali, dove viene suonato l’inno nazionale, il passaggio va fatto nell’istante che divide il termine della musica dal momento prima che scatti l’applauso. Questo è sicuramente un altro segreto per stupire i presenti. Non possiamo dimenticare il loro sorvolo con il tricolore nelle città d’arte italiane, durante il lockdown del 2020, quando il silenzio delle città fu interrotto dal rombo dei motori e dalla vista della nostra bandiera che riempiva il cielo italiano. In ultimo, ma non per ultimo, è importante sapere che le Frecce Tricolori sono anche portatrici di messaggi d’amore e beneficenza in quanto partecipano a raduni dove i bambini meno fortunati sono i protagonisti.
A noi tutti, del nord, del centro e del sud non ci resta che puntare gli occhi al cielo in attesa del prossimo sorvolo!