Da quest’anno e per i prossimi dodici mesi abbiamo inserito nella nostra rubrica “Il caffè delle 11 con Anna e Barbara” un nuovo appuntamento che ci permetterà di ricordare gli eventi e gli avvenimenti che hanno fatto la storia e che hanno lasciato un segno nell’evoluzione dell’uomo, nel progresso, nella politica. Eventi di cronaca, che hanno fotografato quel dato momento storico, o addirittura hanno fatto da apripista ad un nuovo corso dell’umanità.
Un evento che certamente ha segnato la storia del mondo e dei diritti umani è stata l’elezione di Barack Obama nel 2008, nella notte tra il 4 e il 5 novembre (ora italiana) Obama non è stato solo il primo Presidente degli Stati Uniti afroamericano, ma anche figlio di una coppia mista (padre di colore e madre bianca) residenti sia in Africa che alle Hawaii. Racconta chi gli è stato vicino che sia un uomo di grande capacità, con una spiccata dote di comprensione, ascolto e coinvolgimento empatico che ha saputo avvicinare con sentimento la gente al suo “stile”. Il 20 gennaio 2009, con un meraviglioso discorso d’insediamento, pieno di accenni alla storia dei diritti umani e citando Martin Luther King, davanti a milioni di persone presenti e spettatori di tutto il mondo, giura sulla Bibbia e ringrazia gli Stati Uniti d’America a dimostrazione che è la terra dove tutto e possibile e conclude con il suo motto: “Yes we can”. L’impegno verso tematiche così inclusive, lo porta, un anno dopo la sua elezione a vincere il Premio Nobel per la Pace nel 2009.
La Casa Bianca tra due presidenti
Sicuramente l’insediamento di un nuovo Presidente alla Casa Bianca è un momento estremamente importante e deve essere organizzato nei minimi dettagli in quanto in sei ore si svolgono in contemporanea due traslochi: quello della famiglia del Presidente uscente e quello del neoeletto. In queste sei ore, la West Wing diventa un vero campo di battaglia, dove un esercito di 93 persone (una parte dello staff fisso della Casa Bianca) diviso in squadre (nelle settimane precedenti vengono fatte delle prove), deve provvedere a tutto. Basti pensare che al termine del discorso dell’insediamento, del giuramento e della tradizionale parata, il Neopresidente e la sua famiglia troveranno tutto al loro posto: i vestiti negli armadi, la biancheria intima nei cassetti, quadri e libri perfettamente esposti, nuovi arredi sistemati e persino in dispensa i biscotti preferiti. Un’organizzazione che agisce come una macchina da guerra e che non può sbagliare nulla! Per tradizione, il momento d’inizio per il trasloco di entrambi, parte dopo che il Presidente uscente invita la famiglia del nuovo Presidente a colazione.
Un uomo al comando
Abbiamo visto più di una volta il Presidente Obama commuoversi; le ultime lacrime le ha versate durante l’ultimo discorso di addio alla Casa Bianca al termine del suo ultimo mandato. In quell’occasione le sue lacrime sono apparse quando ha parlato della moglie Michelle che conobbe nel 1989 durante uno stage estivo presso uno studio legale di Chicago dove lei era già un avvocato associato.
Per sorridere un po’, vi raccontiamo che è stato in assoluto il primo Presidente che per il tradizionale giorno del Ringraziamento per tutti gli 8 anni di permanenza alla Casa Bianca, davanti alla coppia di tacchini ha salvato la vita ad entrambi, a differenza dei suoi predecessori che si sono attenuti sempre a salvarne uno solo come da tradizione. Che dire della sua passione per la cucina in generale e di quella piccante in particolare? Un vero gourmet. Goloso di dolci e di cioccolato, non beve caffè e pochissime bevande zuccherate e gasate per volere di Michelle che ha dimostrato in questo lungo periodo un’attenzione all’alimentazione soprattutto a quella dei bambini e adolescenti. Concludiamo con il dirvi che Obama è un uomo che balla benissimo e che durante i due mandati alla Casa Bianca non ha perso occasione per farlo. Ricordiamo il primo ballo nella White House nel 2008 durante la cena di gala con i corrispondenti della stampa, un magnifico lento con la moglie, che fu trasmesso da tutte le emittenti del mondo e ancora quello con la 106enne signora afroamericana, che dopo aver visitato le stanze, fu invitata a ballare dal Presidente nel magnifico salone dei ricevimenti della White House. Peccato che Obama non mi abbia invitato, un ballo con lui nel salone delle Feste l’avrei fatto volentieri!