Fu così che Enzo Ferrari, fondatore della casa automobilistica più prestigiosa al mondo definì la Mille Miglia. La corsa quest’anno compie 40 anni e si appresta a regalare ancora una volta tante emozioni in un contesto di eleganza e allegria davvero unico. Dopo il cambiamento dello scorso anno, che ne modificò l’itinerario, quest’anno si ritorna alla tradizione e le mitiche auto storiche ripercorreranno l’Italia in senso orario deviando per Cervia-Milano Marittima, Roma, poi Parma e Bergamo per un saluto, in quanto città gemellata a Brescia quale “Capitali della Cultura del 2023”, per arrivare in pompa magna nel centro cittadino della “Leonessa d’Italia”.
Sicuramente è una gara da non perdere e tra i momenti clou vi è la punzonatura delle vetture nell’ormai famoso Villaggio Mille Miglia il 15 giugno e il taglio del traguardo il 18 giugno a cui seguirà la cerimonia di premiazione per i vincitori. Una quattro giorni di gara per pezzi unici di design, in movimento lungo lo “stivale”.
Possiamo partecipare tutti alla corsa? La risposta è ovviamente no, non perché non siamo piloti provetti ma semplicemente perché è conditio sine qua non possedere una vettura che abbia preso parte almeno una volta ad un’edizione tra il 1927 e il 1957 ed essere iscritto al Registro Mille Miglia.
La leggenda
Ci preme dire che la nascita della Mille Miglia è avvolta, ancora oggi, nella leggenda. Sono state fatte nel corso di questi decenni tante supposizioni e ricostruzioni ma ve ne è una, la più nota che viene considerata la più attendibile.
La manifestazione ebbe origine nel 1926 quando Brescia non ottenne l’assegnazione del Gran Premio d’Italia e quattro giovani amici, in tutta risposta, nel 1927 misero in strada automobili di varie case produttrici e diedero vita ad una corsa di velocità su strada su un percorso di 1600 chilometri, equivalenti a mille miglia imperiali, da qui il nome della gara. Il percorso sulla carta ricordava un “otto”, la partenza era prevista da Brescia per Roma e ritorno. Questa è la versione che viene sposata da molti in quanto raccontata da Giovanni Canestrini, giornalista della Gazzetta dello Sport, uno dei quattro fondatori della gara. Infatti, si racconta che il giornalista un giorno ricevette in visita un gruppo di bresciani capitanati dal Conte Aymo Maggi di Gradella, il Conte Franco Mazzotti, finanziatore e Renzo Castagneto ex pilota e dirigente sportivo.
Fu così che in un piovoso 26 marzo del 1927 settantasette equipaggi con grande emozione e partecipazione della popolazione, che stette a guardare ed assistere lungo tutto il percorso la sfilata di macchine bellissime e tifare per i piloti, si svolse la prima edizione. Fu solo al suo termine che i quattro fondatori, decisero, visto il grande successo, di ripetere la gara negli anni a seguire.
Ada Negri e la corsa
Il giornale Il Secolo designò tra i suoi giornalisti la scrittrice e poetessa Ada Negri in qualità di corrispondente della gara, la quale scrisse un bellissimo articolo dove esaltava la libertà, il senso dell’evasione ed esordiva così: “fra i piaceri più moderni non v’è n’è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile”.
Incidenti, fermate e ripartenze
Se uno degli scopi della Mille Miglia era quello di dimostrare che le vetture che si vendevano ai tempi erano sicure e ci si poteva mettere in viaggio per il nostro Paese con grande sicurezza, purtroppo questo obiettivo alcune volte fu disatteso. Nel 1939 infatti, la corsa fu sospesa perché l’anno precedente un grave incidente portò alla morte di dieci persone. Nel 1957 un altro incidente vide la morte di un pilota spagnolo e del suo accompagnatore. Questo evento segnò definitivamente la fine della corsa in quanto lo stesso Governo italiano ne decretò la fine su strada. Enzo Ferrari, costruttore della vettura, subì un lungo processo dal quale ne uscì assolto. L’Automobile Club cercò di dare continuità alla corsa ma aveva contro tutta l’opinione pubblica. Fu nel 1977 che la corsa rivivrà sotto forma di gara di regolarità per auto d’epoca.
Non tutti sanno che…
Sul percorso della Mille Miglia furono tantissimi i piloti che si allenarono e che in futuro divennero dei grandissimi campioni dei motori quali ad esempio Fulvio Varzì e Tazio Nuvolari, un mito che si perpetua ancora oggi. Piloti che in non più di 20 ore, nemmeno un giorno e una notte, percorrevano strade dell’Italia non ancora bellissime come siamo abituati oggi. Ma insieme ai grandi campioni, altri si sono seduti al volante o come accompagnatori nella corsa. Il Conte Giannino Marzotto, erede allora di una delle principali aziende tessili italiane, passò alla storia come il “pilota in doppiopetto”. Addirittura, negli ultimi anni alcuni VIP sono stati invitati a partecipare e sono saliti a bordo di auto che fin a quel momento erano esposte all’interno di musei. Jeremy Irons, Paloma Picasso, John Elkann e Lavinia Borromeo, Piero Pelù e Giancarlo Fisichella, per citarne alcuni, tutti pronti al nastro di partenza per essere protagonisti, insieme a macchine d’epoca dal valore inestimabile, anche per un solo tratto di strada.
Ma c’è chi ha fatto di più. Stiamo parlando di Lucio Dalla, che non solo partecipò a ben tre edizioni: nel 1999 e nel 2000 a fianco di Alessandro Bergonzoni e nel 2003 con il fotografo Oliviero Toscani, ma nel suo Album Automobili dedicò due favolosi brani alla corsa: la canzone “Mille Miglia” e la più celebre “Nuvolari”.
Non ci resta, per chi può, che andare a Brescia il 15 giugno e far parte di questa meravigliosa festa che racchiude fascino, storia e il fasto di una corsa che si mantiene nel tempo. Per gli altri, accontentiamoci di aver la fortuna di vedere la carovana sfilare lungo il suo percorso.