Oggi per la nostra Rubrica “Il Caffè delle 11” prendiamo il nostro caffè in compagnia di Bruna Floreani, titolare di uno studio di commercialisti, da sempre socia attiva all’interno del Soroptimist Club Milano alla Scala e attualmente coordinatrice del “Progetto La Città che vorrei”. Con Lei vogliamo parlare di donne, cittadine, delle collaborazioni con le istituzioni locali e nazionali per creare progetti legati al nostro territorio e realizzare un futuro migliore per la vita delle nostre città e dei nostri borghi.
Buongiorno Bruna, grazie per essere con noi e condividere il racconto delle tante attività che state portando avanti con i Club Soroptimist ma prima di entrare nello specifico ci racconta chi è Soroptimist e qual è la sua mission?
Soroptimist è la prima organizzazione mondiale dove donne professioniste sono impegnate a migliorare l’universo femminile. Siamo presenti in tutto il mondo con circa 80.000 donne in 132 Paesi, in Italia contiamo 5265 associate in 161 Club. La nostra presenza su tutto il territorio ci permette di poter dialogare con enti e organismi pubblici e istituzionali con i quali abbiamo in essere diversi protocolli, in particolare con il MIUR, il Ministero di Giustizia, Ministero degli Interni, Le Forze Armate. A livello internazionale siamo presenti all’ONU, Unesco, Fao, Unicef e il Consiglio d’Europa. Il nostro obiettivo è sicuramente sostenere i Diritti Umani di tutti, la democrazia, accettare la diversità, occuparci della condizione delle donne, del volontariato e non ultimo dello sviluppo sostenibile. Tutti argomenti che ci stanno molto a cuore. Un progetto particolare che stiamo attuando proprio in questi mesi ci permette di lavorare con enti qualificati.
A quali progetti attualmente state lavorando?
Attualmente i temi sui quali lavoriamo sono quelli dell’Agenda 2030 dell’ONU, sullo sviluppo sostenibile, tra i quali troviamo quelli legati alle Città e Comunità sostenibili, al quale fa riferimento proprio quel progetto di cui accennavo prima: ovvero, “La Città che vorrei: Reinventare la Città a misura di Donna”.
Entriamo più nel merito di questo interessante progetto e del perché è stato pensato e voluto.
Era un’idea da sempre, ma la ragione d’essere scaturisce quando l’Europa ha varato il Recovery Plan, soldi messi a disposizione dei Paesi europei, dove lo stanziamento dei fondi è destinato a una parte importante dello sviluppo sostenibile. L’Italia, in linea con gli obiettivi europei ha varato il PNRR, con lo scopo di rilanciare il Paese per dare un impulso decisivo alla trasformazione digitale e alla transizione ecologica dell’Italia assegnando molti fondi anche alla Rigenerazione Urbana, non solo delle città ma anche dei borghi al fine di creare una migliore qualità della vita per le comunità e per i territori. Contribuisce inoltre a colmare e superare i divari territoriali e a rafforzare la coesione sociale.
Ed è qui che ci siamo chieste come Soroptimist e come donne se vogliamo davvero partecipare a questo cambiamento; ci siamo risposte di si, ma non solo, vogliamo farlo in qualità di protagoniste, partecipando a tutti quei processi decisionali per darci la possibilità di un futuro migliore tangibile, per noi e per i nostri figli.
In questo contesto, noi socie del Soroptimist abbiamo colto questa speciale occasione per far sentire la voce delle donne e renderle fattivamente protagoniste nella riprogettazione delle città dove vivono. L’obiettivo del progetto è quello di far si che anche le cittadine, che oggi vivono in città e quartieri pensati e studiati dagli uomini, possano portare un contributo creativo e innovativo per rendere gli spazi e i servizi più innovativi, che possano rispondere al meglio alle loro esigenze e anche ai loro desiderata. La nuova sfida urbana va colta in gruppo: lavorare in team con tante realtà ci porterà sicuramente ad avere una visione più ampia e un potere decisionale più forte rispetto ad un recente passato.
Quali sono i prossimi step del progetto?
Non posso per il momento svelarvi troppo, magari ci incontreremo tra qualche mese per entrare nel merito delle attività, quello che posso dirvi è che prevediamo un sondaggio diffuso a migliaia di donne che avranno in modo serio, voce in capitolo. Gli esiti della ricerca ci daranno la possibilità successivamente di creare la base di un “Manifesto Soroptimist “sulla città ecosostenibili e a misura di donna. Il progetto prevede inoltre altre attività, dibattiti e confronti ma siamo ancora in una fase di work in progress e molto creativa che ci permetterà di trovare spunti e momenti di partecipazione a questo progetto che sta appassionando tutte le socie e tutte le organizzazioni anche di giovani e di donne che via via ci stanno affiancando e che stanno sposando con interesse e partecipazione il progetto.
Da quello che ci ha trasmesso con un racconto appassionato è che è un Progetto ambizioso, di grande partecipazione.
Si lo è, sia in questa fase, ma lo sarà soprattutto nelle fasi future dove ogni regione e città dovrà attivarsi sui progetti di Rigenerazione sostenibile e dare vita alle idee, alle proposte e alle iniziative locali che via via si dovranno attuare. C’è molto fermento, tanta aspettativa e sono certa che la partecipazione di così tante donne non potrà che fare del bene a noi stesse e all’ambiente in cui viviamo.