A tutti è capitato almeno una volta, per motivi di lavoro o di studio o per una celebrazione, di parlare in pubblico. Il cosiddetto public speaking, a qualsiasi livello e in qualsiasi ambito lo si affronti, può rappresentare una fonte di stress; pensate che alcune statistiche mondiali lo posizionano al secondo posto tra le paure più diffuse, preceduto soltanto addirittura, dalla morte.
Perché? Perché temiamo di essere giudicati, perché abbiamo paura che la platea non faccia altro che criticare e osservare ogni nostra piccola imperfezione.
Ma quello che molti ignorano è che la capacità di parlare in pubblico non è una dote innata, è un’arte, che si impara attraverso strategie, tecniche e la messa in pratica di alcune regole per placare l’ansia e attenuare la paura. Basti pensare che secoli addietro, uno dei più grandi maestri dell’ars oratoria fu Cicerone che ancora oggi ci ha lasciato alcuni importanti suggerimenti.
Non tutti sanno che, di fronte ad una platea, che sia un convegno, un seminario, un’assemblea o una vasta riunione di parenti, amici e conoscenti, ci sono aspetti del parlare in pubblico che contano più del discorso stesso: per esempio ha un’incidenza rilevante il linguaggio del corpo seguito dal tono di voce e dalle pause; questi elementi, se usati al meglio, rendono più efficace la comunicazione.
Preparare il discorso
Ma andiamo con ordine. La prima cosa da fare è sicuramente preparare, con qualche giorno di anticipo, il discorso e il suo incipit, che sia un breve cenno a qualcosa di personale, o dati statistici o una domanda retorica, ci darà idea di come sarà l’evoluzione dell’intervento. Inoltre è importantissimo, come sosteneva Cicerone, padroneggiare la materia per essere riconosciuto come persona autorevole nel tuo settore o ambiente. Questo permetterà di sentirsi più sicuri e di essere pronti a rispondere ad eventuali domande nel post intervento.
Preparato il discorso è fondamentale esercitarsi, bisogna provare e riprovare; il primo passo è ripetere a voce alta per calibrare il tono e il volume, come diceva George Bernard Shaw:
“Col tono giusto si può dire tutto. Con il tono sbagliato, nulla. L’unica differenza consiste nel trovare il tono”.
Esercitarsi sempre
Il secondo passaggio è provare davanti allo specchio per controllare i gesti, le espressioni del viso e imparare a dosare le pause. Queste ultime, sono spesso molto importanti per creare aspettativa nel pubblico e creano un collegamento emotivo con la platea. Un ulteriore esercizio per verificare se le prove stanno dando il frutto sperato, è mettere un sottofondo di disturbo che sia la radio o la tv. Se si riesce a non perdere il filo del discorso, allora si è pronti per la grande platea.
Altro accorgimento è trovare il proprio stile. Il contesto e l’evento ti faranno protendere per un discorso da leggere oppure da dover memorizzare. Ricordiamoci sempre che in un discorso, qualunque sia il contenuto e la tipologia c’è sempre posto per un pizzico di umorismo ed ironia. Questo ci permette di mantenere viva l’attenzione del pubblico e creare empatia.
Un aspetto da evitare con determinazione è il perfezionismo! Ricercare a tutti i costi di avere un discorso perfetto è una delle fonti maggiori di stress! Non cercate la perfezione ma cercate di essere il migliore, poco importa se qualcosa andrà storto!
Il rispetto dei tempi
Ultimo consiglio è cronometrare il vostro discorso affinché non esca dalla tempistica che vi hanno assegnato gli organizzatori.
E adesso è arrivato il momento di affrontare la platea! Anche qui è necessario rispettare alcune regole per ottenere il successo che ognuno di noi, esorcizzate le paure, si auspica di ottenere.
Familiarizzare con l’ambiente
Rechiamoci un po’ prima nella location dove si svolgerà l’evento. Familiarizzare con l’ambiente, percepire gli spazi, camminare sul palco o tra le file delle sedie, permetterà di sentirsi più a proprio agio ed eliminare l’effetto freddezza che dà una “stanza” che non si conosce. Altra cosa da fare prima, è provare le apparecchiature con l’aiuto di un tecnico: controllare il microfono, la connessione, se si proiettano delle slides; non esiste niente di più stressante che ritrovarsi di fronte ad un’apparecchiatura che non funzioni come si deve.
La sala si riempie, è meglio non stare lì fermi ad aspettare. Dedicatevi un attimo di tempo per voi e concentratevi su voi stessi. Un po’ di esercizi di respirazione vi aiuteranno a rilassarvi.
Appena salite sul palco o prendete la parola, stabilite subito un contatto visivo con i partecipanti; non fermatevi solo alle prime file, mentre parlate fate girare lo sguardo, ognuno deve sentirsi unico destinatario del vostro messaggio. Questa tecnica del “parlare ad una persona per volta” fu adottata ed ottenne un grande successo, da uno degli oratori migliore dei nostri tempi: Barack Obama.
Tenete presente che la platea vuole essere “accompagnata”, quindi chiarite sin dalle prime battute la vostra scaletta e se è necessario riproponetela più volte, come se il vostro discorso fosse a tappe.
Avete mantenuto il discorso nei tempi? Bene, la conclusione di esso è importante così come l’apertura. Evitate finali bruschi come ad esempio usare frasi quali “io ho finito”, lasciate invece al vostro pubblico degli spunti di riflessione o delle prospettive di alternative.
Parlare sarà il vostro evento
In conclusione: la presentazione del discorso va vissuta come un evento. Aver seguito tutte le regole e i consigli vi avranno aiutato a metabolizzare nei giusti tempi i contenuti, acquisire maggiore disinvoltura nell’oratoria, sicurezza e familiarità con l’argomento in questione. Come diceva J.F. Kennedy:
“I migliori oratori danno l’impressione di improvvisare, ma in realtà si preparano tutto.”
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