Caterina de Medici

Tra mecenatismo e innovazione, cucina e arte

Caterina de MediciSul conto di Caterina de’ Medici, si narrano molti aneddoti e dicerie, la storia tende a ritrarla come una sorta di sovrana assetata di sangue e potere con un animo malvagio ma, oggi, alla luce di molti carteggi ritrovati, vi è una riabilitazione della sua figura, che la ritrae come regina illuminata e portatrice di grandi innovazioni in molti ambiti. Il suo regno durerà circa trent’anni, ponendo le basi per la nascita della Francia del Grand Siècle.

Noi vogliamo raccontarvi la parte meno storica, vogliamo soffermarci sugli aspetti più curiosi, desideriamo dedicarci alla Caterina de’ Medici che rivoluzionò le abitudini e la cucina alla corte di Francia, che si distinse non certamente per la sua bellezza, ma per la grande cultura che trasmise ai suoi dieci figli e per la passione per la cucina, l’arte e l’architettura.

Durante il periodo di reggenza, prima come moglie e poi come regina madre, spese ingenti somme di danaro per eventi come feste, ricevimenti e balli in maschera, che amava particolarmente e che organizzava a Palazzo. Una delle feste più sfarzose, fu quella in occasione dell’incoronazione del figlio Francesco II dove commissionò il primo spettacolo pirotecnico, mai visto in Francia.

Il Palazzo dell TuileriesPromosse la costruzione di grandi palazzi come quello delle Tuileries e l’Hotel de la Reine, nonché fece realizzare molti giardini all’italiana, commissionò dipinti e opere di grande valore, fece abbellire la sua residenza da grandi affreschi. Per questo, meritò l’appellativo di Regina Mecenate, ma i francesi non l’amarono molto. Le controversie di religioni, la sua passione per l’occulto e alcuni eventi storici, quali la presunta responsabilità nell’eccidio di San Bartolomeo, la misero in cattiva luce.

Caterina era una donna geniale e molto “moderna” per quel tempo, per tanti aspetti, amava sperimentare e stravolgere le regole. Ad esempio, introdusse tra le aristocratiche l’uso delle mutande, (per tutto il medioevo il loro uso era stato appannaggio degli uomini e delle donne poco oneste). Le sponsorizzò tra le dame di corte e le convinse ad indossarle per non correre il rischio di mostrare le parti intime quando cavalcavano. Introdusse anche la moda dei profumi personali, grazie alla presenza a corte del suo profumiere italiano Renato Bianco, soprannominato René le Florentin.

La tavolaMa la vera rivoluzione Caterina de’ Medici la portò in cucina e a tavola. Forse ai francesi non piacerà sapere che le ricette della loro tradizione culinaria come la béchamel (nata a Firenze come salsa colla), il canard à l’Orange (anatra all’arancia), la soupe d’oignons (zuppa di cipolle) o le crepes, sono figlie della cucina Toscana. Infatti, quando arrivò in Francia per sposare il Re, Caterina al suo seguito portò i suoi cuochi del Mugello e un gelataio di Urbino.

Il suo rapporto con il cibo era una vera e propria fissazione; era una buona forchetta e dall’Italia aveva portato alimenti poco conosciuti in Europa quali, le fave, i funghi, il sedano e molti altri che lei sosteneva essere, per quei tempi, cibi afrodisiaci come le zucchine, i cardi e lo scalogno.

L'uso della forchettaFu la vera prima regina del galateo a tavola in Francia. La sua tavola era apparecchiata con tovaglie damascate e ricamate insieme ai tovaglioli e i piatti venivano cambiati tra una portata e l’altra. La grande innovazione alla sua tavola fu l’uso della forchetta, che aveva importato dal Veneto. Introdusse anche un nuovo modo di consumare i pasti, sia il susseguirsi delle portate.  I piatti dolci e quelli salati erano serviti in momenti diversi e, per la prima volta sulle tavole francesi, compaiono alimenti quali i broccoli, gli asparagi, i piselli, i pomodori e i prediletti della regina: i carciofi. Ma la sovrana era anche scaramantica e portava le sue superstizioni e le sue fissazioni anche a tavola. Le cronache del tempo narrano di un pranzo di gala, evento allestito in suo onore a Parigi, dove tutti i cibi serviti dovevano essere, per suo volere, divisibili per tre, numero perfetto della superstizione di Caterina. Fu così che vennero serviti 33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali, 66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli e 12 dozzine di carciofi.

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