Piazza del Campo, Siena

Siena, città del Palio

Tra le bellezze italiane che meritano almeno una visita, troviamo la città di Siena che si distingue dalle altre città toscane per i suoi edifici in mattone di epoca medievale e per la caratteristica suddivisione della città in Terzi, ovvero piccoli borghi che a loro volta si suddividono in Contrade, cioè in rioni o zone. Ed è proprio la parola contrada che ci porta inevitabilmente a parlare della manifestazione, tra le più antiche e storiche d’Italia: il Palio.

È una secolare celebrazione, o meglio una competizione tra contrade, che ha origini antichissime. Addirittura, alcuni regolamenti che ne caratterizzano la partecipazione e le norme, risalgono al 1644 anno in cui venne organizzato e corso il palio con cavalli. Ma la proposta di correre il Palio in Piazza pare che risalga all’11 luglio del 1605 quando due Deputati ne fecero espressa richiesta al Comune.

Gli abitanti di Siena da sempre sentono molto forte l’appartenenza alla loro contrada tant’è che tra di loro non mancano tensioni e scontri. Ogni contrada ha il suo motto e la sua bandiera che difendono con grinta e determinazione.

Quante e quali sono le contrade?

Bandiere delle contrade al palio di SienaLe Contrade che oggi conosciamo sono 17 e furono definite già nel 1729 dal “Bando sui Confini”; erano dei veri e propri organismi territoriali che raggruppavano i cittadini dello stesso rione, che videro la luce tra la fine del XII e gli inizi del XIII.

Le Contrade sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre e Valdimontone.

Il Palio

Piazza del Campo, SienaDue volte l’anno, il 2 luglio e il 16 agosto, Piazza del Campo normalmente lastricata di pietra serena, viene ricoperta da uno strato di terra composta da tufo e sabbia e successivamente viene ripetutamente annaffiata per raggiungere la giusta compattezza del suolo in modo da mantenerne elastica e compatta la superficie. Tutto ciò per far si che il terreno regga i tre giri che i cavalli compiono all’interno dell’anello di 339 metri, transennato per l’occasione. Ma al Palio gareggiano solo 10 delle 17 Contrade. Le partecipanti vengono estratte a sorte, tenendo conto di un regolamento che consente la perfetta rotazione delle stesse. Di diritto corrono le 7 che non hanno corso il Palio l’anno precedente e le tre estratte prima dei rispettivi Palii quello del 2 luglio Palio di Provenzano e quello del 16 agosto o Palio dell’Annunziata. L’annuncio delle scelte avviene attraverso l’esposizione delle bandiere delle contrade sulle finestre di Palazzo Comunale.  Inoltre, per regolamento, vengono estratte le altre sette rimanenti per stabilire l’ordine di sfilata del corteo storico e per annunciare la loro partecipazione di diritto all’anno successivo.

Palio di SienaDal 1900, secondo l’Albo d’Oro, la contrada che si è aggiudicata più vittorie è quella dell’Oca, con ben 23 vittorie. Quella meno vittoriosa è la Torre con sette. Alla contrada vincitrice vengono regalati: un drappo detto Drappellone che la contrada esporrà nel proprio museo, delle monete d’argento dell’antica Repubblica Senese e un attestato. Al padrone del cavallo vincitore viene consegnata una cifra in danaro e una bandiera di seta recante lo stemma della città e la data della vittoria.

Volutamente non entriamo su quello che è lo svolgimento della gara, tante sono le norme e le tattiche che ogni contrada adotta per sopraffare la contrada rivale. Da sempre esistono rivalità, alcune che oggi possiamo definire estinte nel corso degli anni, altre invece che sono in essere e altre ancora che vengono definite sporadiche o innescate a seconda dell’occasione. Spesso tale rivalità comporta provvedimenti disciplinari che vengono presi nei confronti della Contrada che ha agito in modo scorretto.

Siena e le sue dolci delizie

Abbiamo assistito ad una bellissima gara, abbiamo goduto di uno spettacolo straordinario tra competizione e rivalità e adesso è arrivato il momento di fare un salto in una pasticceria del centro. Come lasciare Siena senza aver assaggiato il Panforte? Medaglia d’oro tra i dolci della tradizione, il cui nome viene dai suoi antenati medievali. “Sa di forte” è il modo toscano per indicare una pietanza o bevanda che sta per assumere un sapore un po’ acidulo. La leggenda narra che in un convento il diavolo, trasformatosi in topolino, si introducesse nella cassapanca ben serrata a chiave, dove oltre a miele e farina erano contenuti pepe, noci, mandorle, cinnamomo e altre preziose spezie e le rosicchiò tutte, spargendo nel fondo del baule le briciole. La suora economa, davanti a tanto misfatto e preoccupata del rimprovero della madre badessa, buttò tutto in un pentolone e lo lasciò cuocere. Appena la superiora l’assaggiò decretò la sua bontà e le suore si misero a produrne in quantità da vendere agli abitanti della città.

Bandiere delle contrade al palio di SienaAl secondo posto per nostro gusto: i Ricciarelli, dolcetti non troppo spessi, teneri, friabili e delicati, a forma di piccole losanghe un tempo arricciate, con una base di marzapane e arricchiti da scorza d’arancia, cedro candito, mandorle e un pizzico di cannella. Uno tira l’altro!

Per concludere il nostro viaggio tra le dolci delizie, assaggiamo i Cavallucci biscotti di farina, miele e zucchero, con una forma simile a una mezza albicocca un po’ schiacciata. Pare che il nome derivi dall’uso popolare che se ne faceva nelle stazioni di posta per il cambio cavalli, già nel XVI secolo.

Come vedete i cavalli a Siena hanno un’importanza vitale, fanno parte della vita degli abitanti sia sottoforma di animali sia attraverso i dolci.

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